Un’azienda di produzione con circa 40 dipendenti mi ha incaricato di effettuare una analisi di bilancio con il calcolo degli indici e dello scoring finanziario .
Da anni l’azienda produce una certa quantità di componenti ed ha sempre avuto i magazzini con un numero sufficiente di prodotti per soddisfare le esigenze della clientela.
All’azienda non mancava l’utile finale netto anzi, questo è sempre stato congruo con il fatturato.
Negli ultimi 2 anni tuttavia c’è stato un guadagno in parte dovuto ad un aumento sproporzionato della produzione di prodotti che giacciono in magazzino.
Purtroppo il responsabile dell’officina continuava a far produrre con la massima efficienza prodotti finiti, con la speranza che prima o poi le vendite ritornassero come qualche tempo prima .
In pratica l’impresa acquistava materie prime , il personale produceva nonostante il mercato si era fermato.
Il risultato ?
Aumento del capitale circolante netto operativo quindi diminuzione di liquidità con incremento dell’indebitamento verso fornitori e verso banche.
Con l’analisi economica finanziaria con l’utilizzo del software Top Value si è riscontrato che l’azienda ha ottenuto uno scoring finanziario buono .
Nel 2009 ,prendendo come paragone la scala tipo Standard & Poors ha ottenuto A+ (alta affidabilità creditizia) mentre nel 2010 BB+(buona attendibilità creditizia) .
Storicamente l’azienda aveva avuto sempre indici di bilancio buoni quali il debt equity ratio vicino all’1 il che significa che il rapporto tra indebitamento e capitale proprio è molto buono , e la leva finanziara positiva che è la differenza tra ROI e ROD. Questo confronto è basilare per decidere la convenienza o meno a sovvenzionare gli investimenti con finanziamenti esterni.
Ora ,per evitare di entrare troppo nel dettaglio dell’analisi , una cosa importante però che ho detto all’imprenditore la voglio ricordare :
“Se non puoi fare andare fuori la merce e non hai ordini in corso per i tuoi prodotti finiti, evita di produrli, altrimenti l’azienda si troverà ad adoperare liquidità che potrebbe utilizzare per altre attività.”
Come per l’azienda in questione poi ci si ritrova a chiedere alle banche un finanziamento per ripristino della liquidità .
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