Riprendo l’articolo precedente e andiamo a vedere Quali sono le ripercussioni sulle imprese?
La riduzione del credito è un fenomeno generalizzato e penalizza non solo le imprese inefficienti che magari sarebbe anche un bene uscissero al mercato, ma anche le imprese buone, sane, che sono “bancodipendenti”.
Alcune PMI non nasceranno, altre falliranno perché gli verrà negato il credito in situazioni di illiquidità che diverrà perciò insolvenza, altre lavoreranno al di sotto delle loro potenzialità.
A tutto ciò si aggiunga la necessità di rispettare i parametri di Basilea 2 per poter accedere al credito ed il problema del ritardo nei pagamenti che rappresenta il vero elemento nuovo e devastante di questa crisi.
Se un committente ritarda il pagamento, provoca uno slittamento degli introiti per un periodo di tempo non prevedibile.
Se il fenomeno si moltiplica, il trend impedisce alle aziende di pianificare il business e, nella peggiore delle ipotesi, di chiedere ulteriori prestiti per poter andare avanti.
A peggiorare la situazione, la tendenza delle banche stesse a richiedere proprio alle PMI il rientro più rapido e a definire incrementi degli spread. Di fatto è a questo punto che si alimenta il circolo, a causa dell’obbligo indotto per queste PMI di ritardare i pagamenti.
Più semplicemente le banche ti chiedono il rientro, non scontano le fatture in ritardo e alzano gli spread, tu allora ti devi arrangiare ritardando i pagamenti.
È quindi un “circuito indotto”.
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A cura di Dott.ssa Gervasi Alessandra
Ufficio Finanziamenti agevolati Plan Consulting
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