Se per la mia azienda, calcolo gli “indici della crisi”, cioè quelli indicati dal CNDEC e trovo un indice che non va bene, devo attivare l’allerta?
Attenzione perchè gli indici sono solo il terzo livello di valutazione della presunzione della crisi .
I veri indicatori di rischio della crisi d’impresa sono la perdita della continuità aziendale e il Patrimonio netto negativo. ( Italia Oggi del 25.10.19).
E’ importante la verifica continuativa della continuità aziendale . La rilevazione dei sintomi è sempre da guardare anche con indicatori qualitativi come (controversie tra soci, perdita di fatturato e di clienti fondamentali, peggioramento soddisfazione del cliente etc…). Questi sono indici non finanziari e non leggibili dai bilanci. Necessario perciò attuare controlli tramite la Balanced Scorecard.
Obiettivo degli indici di allerta è far emergere la sostenibilità dei debiti almeno per i sei mesi successivi oltre che le prospettive della continuità aziendale.
Bisogna avere chiaro che la crisi è ipotizzabile non appena che il patrimonio netto diventa negativo .
Poi entrano in gioco il DSCR e gli altri 5 indici che vedremo tra poco
Gli ultimi 5 indici costituiscono segnali di crisi, ma non prendono da soli rilevanza sufficiente a fare sussistere uno stato di crisi, infatti hanno significato solo se adoperati insieme.
Ognuno di questi indici, isolato da solo, ci dà solo una vista parziale di eventuali sintomi della crisi.
Gli indici devono essere applicati sulla base di una precisa sequenza gerarchica progressiva dove il superamento del valore soglia del primo indice (Patrimonio netto negativo) rende ipotizzabile la presenza della crisi.
Secondo invece a quanto indicato dal CNDEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili) nell’ebook “CRISI D’IMPRESA GLI INDICI DELL’ALLERTA”, sono indicatori di crisi gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rilevabili tramite appositi indici che diano evidenza della sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso o, quando la durata residua dell’esercizio al momento della valutazione è inferiore a sei mesi, per i sei mesi successivi.
A questi fini, sono indici significativi quelli che misurano la sostenibilità degli oneri dell’indebitamento con i flussi di cassa che l’impresa è in grado di generare e l’adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi.
Inoltre sono indicatori di crisi ritardi nei pagamenti ripetuti e significativi, anche sulla base di quanto previsto nell’articolo 24.
Indici di allerta previsti dal Codice della crisi (articolo 13 del decreto legislativo 14/2019)
Si applicano indistintamente a tutte le imprese ed hanno valori soglia differenti per settori economici.
Poichè gli indici, come già si diceva sopra, devono essere utilizzati con precisa sequenza gerarchica progressiva , l’applicazione degli stessi deve avvenire nella sequenza indicata.
Il superamento del valore soglia del primo, Patrimonio netto negativo rende ipotizzabile la presenza della crisi.;
- Il Patrimonio netto negativo è un indice di crisi che trova applicazione per tutte le imprese la presenza di un Patrimonio netto negativo o, per le società di capitali, al di sotto del limite di legge.
- DSCR a sei mesi inferiore a 1;
In assenza di superamento del primo indicatore , si passa alla verifica del secondo. DSCR a sei mesi inferiore a 1 e in presenza di superamento della relativa soglia è ipotizzabile la crisi.
Il DSCR, nella versione più semplificata, è calcolato come rapporto tra i flussi di cassa liberi previsti nei sei mesi successivi che sono disponibili per il rimborso dei debiti previsti nello stesso arco temporale.
Valori di tale indice superiori ad uno, denotano la stimata capacità di sostenibilità dei debiti su un orizzonte di sei mesi, valori inferiori ad uno la relativa incapacità.
Il DSCR è utilizzabile solo in presenza di dati prognostici non ritenuti inaffidabili dagli organi di controllo secondo il loro giudizio professionale.
In mancanza del dato attendibile del DSCR si passa al gruppo di indici di cui all’art. 13, co.2. e si deve vedere se c’è il superamento congiunto delle soglie degli altri 5 indici :
- indice di sostenibilità degli oneri finanziari: rapporto tra gli oneri finanziari ed il fatturato;
- indice di adeguatezza patrimoniale: rapporto tra patrimonio netto e debiti totali;
- indice di ritorno liquido dell’attivo: rapporto tra cash flow e attivo;
- indice di liquidità: rapporto tra attività a breve termine e passivo a breve termine;
- indice di indebitamento previdenziale e tributario: rapporto tra l’indebitamento previdenziale e tributario e l’attivo.
Ognuno di questi indici deve rispettare dei valori soglia che sono attribuiti a seconda del settore dell’azienda
In conclusione :
Le imprese, anche le piccole, dovrebbero cominciare a vedere certi indici che stanno per cambiare il modo di concepire i controlli aziendali.
Per chi ha sempre fatto controllo di gestione ed è abituato a monitorare la situazione economica e finanziaria ogni mese o ogni 3 mesi, il monitoraggio continuo della continuità aziendale e degli indici non dovrebbe comportare più di tanta fatica, ma chi invece non fa controllo di gestione, dovrà cominciare ad abituarsi all’idea di farlo anche perchè, da agosto 2020 anche sindaci o revisori, dovranno procedere alla verifica degli indici con cadenza almeno trimestrale.
E Tu hai cominciato a verificare i Tuoi indici?
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