“Spesso il successo viene giudicato in base ad indicatori economici e finanziari, come la crescita del fatturato,la quota di mercato, l’utile e la redditività realizzati, i dividendi distribuiti.
Ognuna di queste misure ha un senso, ma può essere anche fuorviante:
• crescite vertiginose di fatturato hanno portato molte imprese a fallire;
• elevate quote di mercato possono essere conquistate a costo di ingenti perdite;
• utili sostanziosi e redditività elevate possono essere raggiunti tagliando le spese per la ricerca, lo sviluppo o la formazione e quindi sacrificando la semina per il futuro;
• dividendi abbondanti possono semplicemente significare mancanza di progettualità o rinuncia a cogliere nuove opportunità.
L’esperienza insegna che i sistemi di controllo diffusi nella maggior parte delle imprese abbondano di misure incomplete e a volte inutili, sbilanciate su una visione di breve termine della vita aziendale.”
Queste non sono parole mie, le ho prese, mentre ero a rivedere alcuni concetti sulla Balanced Scorecard , da un articolo che avevo letto più di 20 anni fa e che mi è ricapitato in mano, pubblicato in Amministrazione e Finanza IPSOA Editore n.19 del 2000, del Prof. Giorgio Donna e Antonino Lo Sardo. Ritengo che ciò è ancora attuale.
In questi ultimi tempi si sente sempre più parlare della Balanced Scorecard poichè in seguito all’entrata in vigore del “Nuovo codice della Crisi di impresa ” è uno degli strumenti che può essere utilizzato per misurare la continuità aziendale per tutte le aziende .
Ma cosa è questa Balanced Scorecard ?
E’ un sistema di gestione creato nei primi anni 90 da Kaplan e Norton, per offrire un valore aggiunto all’azienda sotto punti di vista differenti, che vanno dall’immagine, alla produzione, dai processi interni alla soddisfazione del cliente, dalla pianificazione alla definizione di nuovi target, ecc.
Permette tramite la misurazione di indicatori qualitativi di verificare la capacità di progredire dell’ impresa.
Al fine di implementare efficacemente la Balanced Scorecard sono determinanti alcuni fattori:
a) La missione e la strategia devono essere ben definiti e comprensibili a tutti i livelli.
b) La pianificazione strategica deve essere collegata alla redazione di un budget previsionale.
c) I target e gli obiettivi devono essere concreti, misurabili, raggiungibili e coerenti.
d) Il giusto bilanciamento dei processi di top down e bottom up rende il fine ultimo condiviso ed accettato.
La balanced scorecard non è un’alternativa al controllo di gestione , ma una sua ottima evoluzione.
Infatti con questo strumento l’impresa evita di focalizzarsi solo su obiettivi economici-finanziari e monitora altri fattori critici di successo, che possono essere importantissimi per la redditività futura e per la continuità aziendale.
Quali possono essere alcuni indicatori?
Ecco un semplicissimo esempio che può essere preso come base per creare una cruscotto calzato a pennello, per pilotare strategicamente l’azienda .
La Balanced Scorecard infatti è il modello di controllo che meglio si presta a valutare la performance dell’impresa in un ottica strategica di lungo periodo.
E Tu hai provato a implementare le Balanced Scorecard in azienda?
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